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Roma, dopo 14 anni rinasce il Portico d’Ottavia

L'operazione di restauro è stata condotta attraverso un team di archeologi architetti e ingegneri con l'ausilio di alte tecnologie che ha permesso e permetterà un monitoraggio dei resti del complesso che nei secoli è stato più volte danneggiato e rimaneggiato ROMA - I resti del complesso del Portico d'Ottavia sono tornati visibili dopo una operazione di restauro diretta dalla Sovrintendenza Capitolina che, grazie a un team di archeologi, architetti e ingegneri, ha studiato, verificato, monitorato e consolidato nel tempo, la stabilità del monumento. Dopo 14 anni sono state quindi tolte le impalcature e il completamento del restauro è stato inaugurato dalla Sindaca di Roma Virginia Raggi, il Vicesindaco con delega alla Crescita culturale Luca Bergamo, la Presidente del Municipio I Sabrina Alfonsi, il Sovrintendente Capitolino Claudio Parisi Presicce e la Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello. Il complesso del portico d'Ottavia prospiciente sul Circo Flaminio, l'area che corrisponde all'antico ghetto, fu ricostruito da Augusto, al posto del più antico portico di Metello, tra il 27 ed il 23 a.C. e dedicato a nome della sorella Ottavia. Successivamente danneggiato dal fuoco fu rifatto da Settimio Severo. A questa fase appartengono per la maggior parte i resti attualmente visibili. Il complesso era un quadriportico che includeva i templi di Giunone Regina e Giove Statore, la Curia e due biblioteche, greca e latina. Spiega in una nota il Campidoglio: “Dopo il restauro e la sua parziale ricostruzione nel 203 da parte di Settimio Severo, nel corso degli ultimi tre secoli, il propileo ha subito notevoli interventi che ne hanno minato la condizione statica. Già nel XIV secolo si è reso necessario innalzare un arcone centrale al posto delle due colonne frontali per consolidare il monumento. Inoltre, l'eliminazione delle case del Ghetto nei primi anni del '900 ha accentuato i 'movimenti statici'. Negli anni '60 del '900 è stato smontato il frontone anteriore e si è intervenuti sulla prima colonna posteriore lesionata, con l'introduzione di una serie di perni metallici al suo interno. Per salvaguardare il monumento e l'incolumità dei cittadini, la Sovrintendenza Capitolina ha deciso quindi di programmare i relativi interventi per fasi”.  Innanzi tutto si è verificata la stabilità del monumento attraverso un attento monitoraggio. “Si è proceduto - continua la nota -  al montaggio di un ponteggio sulla facciata interna del Portico, a ridosso della chiesa, necessario a garantire la pubblica incolumità, messa a rischio dal possibile distacco di frammenti dal timpano, e a salvaguardia del monumento. Con un secondo intervento, si è poi provveduto al montaggio dei ponteggi sulle altre facciate soggette a rischio di distacco di frammenti. Sono stati poi realizzati interventi di pre-consolidamento nelle zone a carattere d'estrema urgenza. Nella terza fase si è proceduto alla pulitura, al restauro e al consolidamento delle parti lapidee, degli intonaci e degli affreschi”.    ...

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